Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia regala panorami spettacolari ad ogni sguardo. Distese a perdita d’occhio, un oceano di verde e candide rocce calcaree e, in alcuni punti, i grandi protagonisti di questo articolo: i Puli.
I Puli sono doline carsiche: depressioni del suolo originate dall’erosione dell’acqua sulle rocce calcaree. L’etimologia di questo nome resta ancora oggi un mistero. Secondo alcune teorie, il nome “Pulo” potrebbe avere un’origine dalle lingue indoeuropee, (da polŭ, “aperto”). Un’ altra teoria, invece, fa risalire il nome delle doline murgiane dallo slavo polje che stava a significare: campo dalla forma carsica costituito da un ampio spazio piatto.
Piccole curiosità: il loro interno è sempre relativamente fresco con un abbassamento della temperatura di 1° C per ogni 14 metri di profondità in media. A causa delle diverse condizioni termiche rispetto la superficie (grado di umidità, presenza di vento, conformazione della vallata), all’interno dei Puli si sviluppa una differente vegetazione e, in alcuni casi, possono addirittura svilupparsi dei piccoli laghi originando delle piccole oasi nel territorio murgiano.
Ti abbiamo incuriosito? In questo articolo ti parleremo dei 5 Puli più famosi dell’altopiano murgiano:
PULO DI ALTAMURA
Il Pulo di Altamura si trova a circa 9 km dal centro di Altamura, è la più estesa dolina carsica del Parco dell’Alta Murgia con un diametro fino a 550m e una profondità massima di 75 m.
A più di 470 m sul livello del mare, questa dolina da crollo si presenta ai visitatori come un antico anfiteatro naturale.
Lorenzo Giustiniani, un intellettuale del XVIII sec., credeva che il Pulo di Altamura fosse nato da un enorme fuoco sotterraneo. Non a caso, nel marzo 2021, Il Museo Archeologico di Altamura ha scelto proprio questo luogo per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. La morfologia della dolina, infatti, ricorda la voragine infernale dantesca formatasi dall’impatto della caduta di Lucifero sulle terre emerse, l’inghiottitoio sempre umido ricorda il lago sotterraneo perennemente gelato (Cocito) in cui Lucifero, conficcato, batte le sue sei grandi ali.
In realtà, il Pulo di Altamura è una dolina a forma di scodella dovuta alla doppia erosione meccanica e chimica. Nelle decine di anfratti e grotte, posizionate lungo i suoi versanti, ominidi e uomini di Neanderthal hanno trovato riparo. Oggi, queste cavità interne sono popolate dalla campanula pugliese, che cresce copiosa, e dal corvo imperiale che le predilige per nidificare durante l’inverno.
PULICCHIO DI GRAVINA
Anche la vicina Gravina ha dei Puli sul suo territorio. Il più famoso è il Pulicchio di Gravina. È una dolina carsica a forma di imbuto con un perimetro di 1600 m, una profondità massima di 90 m che si differenzia da tutte le altre per le sue pareti lievi e poco ripide e la totale assenza di grotte.
Diverse sono le sue particolarità: i jazzi ben conservati (recinti per pecore, testimonianza dell’architettura rurale), la ricca vegetazione di pini e cipressi (dovuta al rimboschimento degli anni ’50) e l’ampia varietà di specie fungine presenti.
PULICCHIO DI TORITTO
Sempre nel gravinese è presente un altro Pulo: il Pulicchio di Toritto. Si tratta di una dolina carsica a scodella ovoidale con una profondità di 10 m e un diametro massimo di 50 m, formatasi per effetto dell’erosione inversa. Essa, infatti, sarebbe il risultato del crollo dell’originaria volta a causa dell’erosione costante delle acque meteoritiche che non sarebbero fuoriuscite, finendo per ristagnarvi all’interno.
Il sito, meta di escursioni mirate del WWF, è un perfetto microhabitat per ricci, volpi e rapaci e per specie floreali quali felce, ferula, fico, asfodelo ed orchidea.
GURIO LAMANNA
Ultimo grande Pulo gravinese è il Gurio Lamanna. Il termine “gurio” o “gurgio” nel dialetto locale serve proprio ad indicare una voragine a fondo pianeggiante. Gurlomanna è un bacino carsico a forma di stemma con un perimetro esterno di 3 km, una profondità massima di 38 m ed una larghezza media di 900 m.
La sua particolarità è l’efficienza dell’inghiottitoio: esso è capace di assorbire in pochissime ore grosse quantità d’acqua dovute ad improvvisi acquazzoni. Il nome Gurio Lamanna deriverebbe dalla masseria prospiciente la dolina stessa.
IL PULO DI MOLFETTA
Il Pulo di Molfetta è una dolina da crollo situata a 1,5-2 km dal centro della città. Questa dolina, frequentata dalle comunità neolitiche 7000 anni fa e abitata fino all’Età del Bronzo, era chiamata originariamente “gurgio San Leonardi”.
Essa ha una forma subcircolare, un diametro fra i 140 e i 180 m, una profondità di 30 m con la falda acquifera a 40 m, e presenta moltissime grotte verticalmente interconnesse: la più famosa è Grotta del Pilastro.
Il Pulo di Molfetta è stato protagonista di numerosi eventi storici:
Già nel V-IV millennio a.C., era frequentata da comunità che vivevano nelle sue vicinanze, come testimoniano i numerosi reperti archeologici rinvenuti. Tra le scoperte più interessanti, la ceramica “Tipo Molfetta”, rinvenuta per la prima volta proprio nel Pulo e poi diffusa in altri siti pugliesi ed una antica necropoli da cui sono state riportate alla luce circa 50 tombe. In epoca borbonica, il Pulo di Molfetta è stato trasformato in una nitrera (una vera e propria fabbrica di polvere da sparo) fino ad ospitare un monastero dei Frati Cappuccini dal 1536 e tramutato in lazzaretto a partire dal XVI secolo.
ALLA SCOPERTA DELL’ALTA MURGIA CON MURGIANDO
L’Alta Murgia, con i suoi Puli spettacolari e la sua storia affascinante, è un luogo che invita all’esplorazione e alla scoperta. Se hai trovato interessante questo viaggio tra i Puli più famosi dell’altopiano murgiano, immagina quanto più emozionante possa essere visitarli di persona.
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