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Murgia

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Le gravine sono incisioni erosive profonde anche più di 100 metri, molto simili ai canyon, scavate dalle acque meteoriche nella roccia calcarea. Le loro pareti, molto inclinate ed in alcuni casi verticali, possono distare tra loro da poche decine a più di 200 metri.

Tipiche dell’altopiano delle Murge,  al loro interno è possibile trovare corsi d’acqua che diventano tumultuosi in occasione di abbondanti precipitazioni. Analoghe incisioni del terreno, costituite da pareti meno aspre e accidentate, vengono definite lame. Prendono il nome di lame anche i tratti iniziali o terminali meno aspri di una gravina.

I processi di formazione delle gravine sono paragonabili a quelli tipici della formazione dei deserti: le gravine raccolgono le acque solo nei periodi piovosi, ma la proprietà dei terreni calcarei di essere resi teneri dall’umidità, rende possibile l’erosione del letto della gravina anche in presenza di corsi d’acqua di portata modesta. In condizioni di aridità, infatti, i suoli e le rocce non producono sedimenti e non forniscono detriti tali da colmare i corsi d’acqua o da limitarne la forza erosiva. Allo stesso tempo, il calcare delle pareti risulta, invece, secco, duro e protetto da una patina che costituisce una protezione ulteriore al disfacimento, pertanto le gravine conservano i profili scoscesi.

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Il Castello del Garagnone, ricordato come “ la Rocca invisibile”, è parte di una prestigiosa triade di monumenti  che comprende Castel del Monte e il Castello di Gravina in Puglia, tutti e tre situati nel Parco e voluti dall’Imperatore svevo Federico II. Edificato in età normanna durante il regno degli Altavilla, fu ricostruito a scopo difensivo nel 1220.

Distrutto nel 1731, oggi restano affascinanti rovine che si ergono in collina a dominare  il costone murgiano diventate attrattore per molti viaggiatori.

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Uno dei più importanti complessi boscati dell’intera Puglia  con i suoi circa 1890 ettari, Il Bosco “Difesa Grande”  è situato  a 6 km dal centro abitato di Gravina in Puglia, nel medio bacino idrografico del fiume Bradano e  si estende su un terreno collinare compreso tra il torrente Gravina ad Est ed il torrente Basentello ad Ovest, entrambi affluenti del Bradano.

Da tempi immemori ha rappresentato  una fonte di approvvigionamento di legname per la collettività gravinese. Dal 1998 è un Sito di Importanza Comunitaria – SIC, e racchiude specie floristiche come la rovella, il farnetto, il cerro, pino, cipressi e faunistiche rare come  il cuculo, il barbagianni, il nibbio reale e il nibbio bruno, la poiana, l’assiolo, l’upupa, il gufo comune, l’allocco, il merlo, la capinera, lo sparviere, la ghiandaia la calandra, l’averla capirossa, il cinghiale, la donnola, il tasso, la puzzola, l’istrice, la faina, ed il sempre più raro gatto selvatico.

E’ probabilmente l’area con la maggior concentrazione di specie di querce autoctone d’Italia.

Si raggiunge in 5 km. percorrendo la S.P. 53 per Matera e  la S.P. 158.

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Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e le Premurge pugliesi fanno parte di un territorio di natura carsica eccezionalmente ricco di “geositi”, presenti in superficie e nel sottosuolo.

I geositi, “siti di interesse geologico”, nel complesso rappresentano un elemento di geodiversità di valore internazionale, nazionale o locale, in base alla unicità nella storia geologica del pianeta.

L’Alta Murgia e le Premurge costituiscono un elemento di geodiversità unico nel panorama mondiale perché si presentano come ultimo lembo radicato – insieme al Carso Istriano – di un antico continente: Adria.

Clicca qui per visualizzare il sito del Parco Nazionale Alta Murgia

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Il Pulicchio di Gravina in Puglia (“u pulicchie” in dialetto locale), testimonianza della storia geologica del nostro territorio, rappresenta una dolina carsica a forma ovoidale situata a circa 10 km a nord dell’abitato di Gravina in Puglia a 535 metri sul livello del mare,  in prossimità della SP 238.

Questa formazione carsica  regolare e a pendenza quasi costante su tutti i fronti, ha un diametro pari a 530 metri, risulta più larga nella parte nord di 400 metri rispetto alla parte sud di 360 metri.

Ha uno sviluppo lineare di circa 1600 metri e un’estensione di circa 175000 metri quadrati, un dislivello massimo di 87 metri e la parte più bassa ha una quota di 477,5 metri s.l.m.

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A 8 km ad ovest del comune di Gravina in Puglia, Dolcecanto con le sue ondeggianti colline verdi, la chiesa dedicata al  S.S. Nome di Gesù e a S. Pio X accoglie le case sparute della riforma agraria e tanti muretti a secco.

Negli anni ‘50, lontano dal centro abitato della città di Gravina in Puglia case e tomoli di terreno furono assegnati, infatti, ai contadini come segno di riconoscimento alle attese dei braccianti dopo anni di dura lotta per la terra e per il pane nel nome della dignità del loro lavoro.

La borgata è sede di una comunità rurale e custode di panorami mozzafiato da ammirare.

S. Maria Goretti, da sempre patrona di Dolcecanto, viene celebrata il 2 luglio.

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Poggiorsini,  piccolo borgo della Puglia situato a 70 km da Bari, sorge tra le alte e calcaree Murge Baresi, all’interno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, e le valli dei torrenti Roviniero e Basentello, situati ai confini tra la Puglia e la Basilicata.

Il panorama offerto dalle alture di Poggiorsini è di un’estrema bellezza e varietà grazie alla presenza di vette, distese pianeggianti e numerosi corsi d’acqua. La prima parte del nome del borgo deriva dal latino “podium”, rialzo, mentre “Orsini” fa riferimento alla famiglia che ne detenne il possesso per ben 300 anni.

Il territorio è figlio del lavoro dell’uomo come dimostrano le vaste superfici coltivate a cereali, i vigneti e gli uliveti che rappresentano la più importante fetta dell’economia del borgo. Le antiche origini di Poggiorsini risalgono sino al paleolitico antico come dimostrato dai numerosi reperti ritrovati sul territorio.

Durante il medioevo appartenne alla signoria degli Altavilla di Andria e, a partire dal 1197, venne donato in parte ai cavalieri Gerosolimitani di Malta e in parte cadde sotto il controllo dei cavalieri templari. Dal 1609 al 1910 divenne proprietà privata della famiglia Orsini che trasformò il borgo da insediamento rurale a centro urbano. Nel 1810 Poggiorsini divenne frazione di Gravina in Puglia fino al 1957 quando ottenne il titolo di Comune. Gemellato con diversi centri europei attraverso progetti pilota di sviluppo della cultura e del turismo, oggi viene considerato Comune d’Europa.

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La storia di Gravina in Puglia comincia nel neolitico quando i primi insediamenti umani si stabiliscono all’ombra delle gravine. Fin dall’VIII sec. a. C. la città fu un importante centro della Peucezia, Sidion. Con l’occupazione romana nel 305 a.C.  l’insediamento fu individuato con un nuovo toponimo, Silvium, divenne un importante centro agricolo e snodo viatico commerciale grazie alla Via Appia. Con la disgregazione dell’impero romano, diverse furono le dominazioni che si susseguirono.

Fino al XIX secolo, i nobili Orsini ressero il ducato della città.

Elementi architettonici imprescindibili del paesaggio gravinese sono da sempre le chiese-grotte.

Il complesso rupestre del sacro più imponente è San Michele delle Grotte, a cinque navate e con pilastri quadrati, è interamente scavato nella roccia tufacea.
Monumentale è la Cattedrale che, fondata nel 1092 da Unfrido d’Altavilla, poi ampliata (1420) e ricostruita (1497), conserva della nativa costruzione romanica il rosone sul prospetto laterale, affacciato su piazza Benedetto XIII, in parte occluso e coperto, mentre dal rosone  ospitato sulla facciata principale si evince la dedicazione della basilica a Santa  Maria Assunta. Gli  elementi romanici contrastano con l’interno intonato a schemi architettonici quattrocenteschi che disvelano, a loro volta, una soffittatura in legno indorata e barocca nella quale sono alloggiate cinque tele incorniciate

La città lodata da Federico II come città del Grano e del Vino ha dato i natali a Papa Benedetto XIII, Pontefice dal 1724 al 1730.

Simbolo di Gravina in Puglia, nata nella roccia, è il Ponte Viadotto Acquedotto inaugurato nel 1778 che collega i costoni del canyon su cui è affacciata la città e  la disseta  con le acque della sorgente di S. Angelo.