Le gravine sono incisioni erosive profonde anche più di 100 metri, molto simili ai canyon, scavate dalle acque meteoriche nella roccia calcarea. Le loro pareti, molto inclinate ed in alcuni casi verticali, possono distare tra loro da poche decine a più di 200 metri.
Tipiche dell’altopiano delle Murge, al loro interno è possibile trovare corsi d’acqua che diventano tumultuosi in occasione di abbondanti precipitazioni. Analoghe incisioni del terreno, costituite da pareti meno aspre e accidentate, vengono definite lame. Prendono il nome di lame anche i tratti iniziali o terminali meno aspri di una gravina.
I processi di formazione delle gravine sono paragonabili a quelli tipici della formazione dei deserti: le gravine raccolgono le acque solo nei periodi piovosi, ma la proprietà dei terreni calcarei di essere resi teneri dall’umidità, rende possibile l’erosione del letto della gravina anche in presenza di corsi d’acqua di portata modesta. In condizioni di aridità, infatti, i suoli e le rocce non producono sedimenti e non forniscono detriti tali da colmare i corsi d’acqua o da limitarne la forza erosiva. Allo stesso tempo, il calcare delle pareti risulta, invece, secco, duro e protetto da una patina che costituisce una protezione ulteriore al disfacimento, pertanto le gravine conservano i profili scoscesi.